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Gli albori di Chiusa Pesio

Quando all'inizio dell'XI secolo la Chiusa compare per la prima volta nei documenti ufficiali, grazie alla sua peculiare connotazione geografica ha ormai assunto una marcata funzione amministrativa, anche se di fatto appartiene ai consignori di Morozzo, gestori per conto del vescovo di Asti di una larga fetta del cuneese meridionale.
Ma il piccolo villaggio vanta già una storia millenaria, testimoniata in passato dalla scoperta sul monte Cavanero, a picco sull'abitato, di decine di urne cinerarie databili dalla tarda Età del bronzo alle fase finali dell'Età del ferro che attestano la pratica del rito funebre della cremazione da parte di gruppi umani presenti in forma stabile, e confermata dal recente rinvenimento di reperti in bronzo, per lo più ornamenti, ora esposti nel Museo comunale “G. Avena”.
Più scarne e meno attendibili sono invece le attestazioni riguardanti la romanizzazione dell'area, se si eccettuano labili tracce di una fortificazione a ridosso dei ruderi del castello di Mirabello e il dissotterramento di alcune monete coniate nel terzo secolo dopo Cristo.