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Chiusa, comune libero

Chiusa, comune libero


Nel momento in cui la Chiusa si accinge a costituirsi in libero comune, nel 1173 i signori di Morozzo favoriscono la nascita della certosa di Santa Maria in un ambiente particolarmente inospitale dell'alta valle Pesio, popolato da animali feroci come lupi e orsi, mentre attorno al capoluogo la prima comunità cristiana innalza su un colle la magnifica chiesetta di Sant'Andrea, purtroppo diroccata, e a ridosso dell'abitato l'antica chiesa parrocchiale di sant'Antonino sul Paschero, adattata ad abitazione privata dopo la costruzione della nuova chiesa parrocchiale nel centro del paese nel 1893.
Dopo aver legato il suo destino alle fortune del libero comune di Cuneo, sorto nel 1198, entra a far parte integrante del dominio angioino al di qua delle Alpi, finché la complessa realtà politico-militare del cuneese meridionale nel 1347 lo costringe a sottomettersi ai marchesi di Ceva, dei quali subirà il dominio feudale anche dopo l'avvento dei Savoia. Nel frattempo inizia a combattere la sua secolare, e quasi sempre sterile, battaglia contro l'ente certosino, in grado di accumulare una consistente fortuna patrimoniale a danno dei valligiani e nei più redditizi poderi della cintura cuneese.
Nonostante le devastanti scorrerie delle compagnie di ventura, le ricorrenti carestie e le storiche pestilenze, la cittadina si espande gradatamente. Ancor oggi sono conservate tracce della sua storia nel fitto impianto urbanistico, a partire dal Recinto, ricetto fortificato da alte mura e torri merlate. Nel cuore del paese ci troviamo di fronte il palazzo del marchese, sede del municipio dal 1930, forse fondato su una base quattrocentesca ampiamente rimaneggiata, che conserva però al suo interno scene dell'Orlando Furioso, dipinte nel 1550 dall'artista saviglianese Pietro Dolce, e poco distante un secondo palazzo marchionale, con annessa una quattrocentesca torre civica, ove oggi hanno sede l'Ufficio turistico e il Museo comunale che si sviluppa in quattro sezioni: Ceramica, Cristalli, Bronzi e Resistenza.
Arte e fede vanno di pari passo: all'interno dell'abitato sono degne di visita le due chiese confraternite della SS. Annunziata e di San Rocco, entrambe ricostruite nel seicento su preesistenti impianti assai antichi, mentre all'esterno si possono raggiungere con brevi passeggiate la chiesa di Sant'Anna, compatrona del paese, e le innumerevoli cappelle campestri. Nel XVII secolo dalle mani dei Ceva il territorio passa ai feudatari Solaro di Moretta, sempre sotto l'alto patronato dei Savoia, della cui politica espansionistica subisce le ripercussioni, spesso negative, come il tremendo saccheggio operato dalle truppe francesi e spagnole nel 1744.