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Il Castello di Mombrisone
Il Cav. Giuseppe Avena nella prima metà del secolo scorso era proprietario della Certosa di Pesio, da lui trasformata in stabilimento idroterapico, della fabbrica di vetri e cristalli di Chiusa Pesio e di numerosi terreni situati nel versante ovest della valle Pesio. Dopo aver fatto costruire alcune cascine nei pressi del colle Mombrisone, nel 1840 l'Avena fece innalzare alla sommità del poggio una originale palazzina di caccia. Edificata in stile neoclassico, la costruzione ripropone i temi architettonici introdotti dall'architetto veneziano Palladio con quattro gradinate che immettono attraverso altrettanti ampi portali di diverso disegno, nell'edificio di forma ottagonale composto al piano rialzato da un salone, tre piccoli locali di servizio e da una scala interna che portava al primo terrazzo. Da qui, attraverso una scala a chiocciola in ferro fuso, si saliva ad un secondo terrazzo al centro del quale un ampio lucernario illuminava la sala rotonda centrale ornata dai dipinti del Capetini, raffiguranti una scena di caccia con la Dea Diana, e dagli stucchi del Negrini. L'edificio è completato da un seminterrato che fungeva da cantina. La villa, rivestita in pietra scalpellata e in marmo, era immersa in un grande "giardino inglese" progettato da Giuseppe Ketmann. Già sul finire del XIX secolo la palazzina di caccia cominciò a decadere per le infiltrazioni di umidità e la mancanza di manutenzione. Crollato il grande lucernario, vennero asportate la scala a chiocciola, gli infissi ed i numerosi marmi. Negli ultimi anni il Comune, venuto in possesso dello storico edificio e dell'area circostante, ha avviato un graduale progetto di recupero della palazzina di caccia di Mombrisone.
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